Arte funeraria

’arte funeraria, fin dall’alba dell’uomo, si è assunta il delicato compito di rendere duraturo almeno un bagliore di vita, un riflesso del nostro passaggio su questa terra. La dimensione del sacro suggerisce l’esistenza, dietro allo scorrere senza posa, di una verità nascosta e immutabile; allo stesso modo ogni monumento, ogni fregio, ogni sepolcro vuole anche essere un segno che dimostri, a noi stessi e alle generazioni che verranno, che qui si è vissuto, qui si è amato.

Forse questa è l’intima ragione dell’affinità elettiva tra le creazioni di Animula – opera di mirabiletrasmutazione e fissaggio degli elementi, nel rispetto delle fantasie naturali – e la sfera dello spirito:perché se la fine non può essere evitata, la si può rivestire con il velo del simbolo o del mito. Queste sculture, ispirate da una profonda armonia con l’ambiente e che pure sembrano trascenderela materia stessa, racchiudono tutto il senso della memoria. La memoria, a sua volta, è ciò che cipermette di trascendere i limiti del corpo e del presente. Ecco allora che l’umano desiderio di mantenere vivo il ricordo non si rivela affatto come un futiletentativo di strappare qualche brandello di realtà alla tirannia del Tempo: è invece un atto d’amore ericonoscenza, e afferma che attraverso ogni vita che appassisce, in fondo, persiste il respiro delTutto.

Ivan Cenzi